Non solo pannelli solari. Nel pacchetto di agevolazioni per chi sceglie il risparmio energetico con le fonti rinnovabili, il governo ha inserito nuovi incentivi per chi preferisce il fotovoltaico, ossia l'impianto in grado di produrre anche energia elettrica. Le novità sono contenute in uno dei decreti della "lenzuolata energetica", pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e in vigore dal 24 febbraio. Grazie al nuovo sistema, saranno garantiti incentivi a tutti gli impianti che entreranno in funzione entro 14 mesi a partire dal prossimo mese di maggio, senza la necessità di graduatorie e numero chiuso. Il rimborso per le spese di produzione va da un minimo di 40 centesimi per kilowatt prodotto dagli impianti con i pannelli a terra, fino ai 49 centesimi per quelli integrati negli edifici. Gli incentivi sono erogati per 20 anni, sono indicizzati all'inflazione, ma questa agevolazione non è comulabile con altre detrazioni. In compenso è previsto un premio con un aumento dell'incentivo fino al 30% per chi diventa totalmente autosufficiente o risparmia di più. A chi spettano gli incentivi - Il rimborso spese per la produzione di energia riguarda sia i singoli impianti realizzati a livello personale, che quelli condominiali. Non si fa distinzione sul tipo di fabbricato, ma i moduli fotovoltaici installati su tetti piani e terrazze di edifici e fabbricati non devono superare l'altezza della balaustra. Un valore indicativo di occupazione di superficie è di circa 8 -10 mq per kW di potenza nominale installata.
Le caratteristiche dell'impianto - Avranno diritto al finanziamento tutti gli impianti fotovoltaici che diverranno operativi dopo che l'Autorità per l'energia elettrica e il gas avrà aggiornato le modalità tecniche per l'erogazione degli incentivi. Le norme sono previste entro maggio. In ogni caso, la potenza nominale degli impianti non deve essere inferiore a 1 kW e gli impianti devono essere realizzati con componenti di nuova costruzione o comunque non già impiegati in altre strutture. No ai pannelli usati, dunque, ma in compenso non ci sono altre restrizioni al tipo di impianto. Infatti hanno diritto alle agevolazioni sia quelli con i moduli al suolo, sia quelli collocati sui tetti o sui terrazzi. In ogni caso devono essere collegati alla rete elettrica o a piccole reti isolate, e ogni singolo impianto deve essere caratterizzato da un unico punto di connessione alla rete elettrica, non condiviso con altri. Per realizzare gli impianti è sufficiente una DIA, ossia la Dichiarazione di inizio attività da presentare in Comune. Per questa occorre la firma di un tecnico (architetto, ingegnere, geometra). I costi - Per avere un'idea dei costi, progetto a parte, occorre considerare che un impianto base parte da un minimo di 7.000 euro per kW per quelli taglia fino a 10 kW, mentre per quelli di maggior grandezza il costo parte dai 5.000 euro per kW. A questa spesa si aggiunge un costo annuo di manutenzione di circa l'1% del valore dell'impianto. La durata dei moduli, che rappresentano i componenti economicamente più costosi, è garantita dai produttori fino a 25 anni. Tutto l'impianto dovrà essere realizzato in conformità alla normativa comunitaria e alle altre disposizioni contenute nel decreto per quel che riguarda standard e rendimenti, e possedere un apposito certificato di collaudo finale. Per ottenere l'incentivo occorre, infatti, allegare una serie di documenti sulla base dei quali saranno effettuate le verifiche per il calcolo e il pagamento. Ovviamente al vantaggio dell'incentivo va aggiunto il risparmio sulla bolletta.
La procedura - Chi intende realizzare un impianto fotovoltaico e accedere alle tariffe incentivanti, deve dunque presentare al gestore di rete Gestore dei servizi elettrici, GSE, il progetto preliminare dell'impianto e richiedere la connessione alla rete. A impianto ultimato occorre trasmettere la comunicazione di fine lavori e la relativa documentazione, e poi si può chiedere l'incentivo. Entro sessanta giorni il GSE comunica la tariffa riconosciuta. Questa, infatti, varia a seconda dell'impianto e delle sue capacità produttive. La tariffa più alta è prevista per gli impianti integrati, ossia quelli installati sui tetti degli edifici. L'ncentivo è riconosciuto per un periodo di venti anni a decorrere dalla data di entrata in esercizio dell'impianto ed è aggiornato all'inflazione.
Source: Repubblica
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